Non si può redigere la cronaca di una rinascita se non si torna prima al passato, a quella che è stata cioè la nascita, in questo caso, di Atina Jazz Festival.
Il 28 maggio 2004, era un venerdì, morì in seguito ad incidente stradale l’avvocato Vittorio Fortuna, ideatore, fondatore e anima di questa manifestazione.
Tutti i musicisti che hanno suonato ad Atina e forse anche tutti gli spettatori, non possono non ricordarlo sempre presente, seduto in prima fila davanti al palco, a commentare rumorosamente e ad incitare in maniera bizzarra e ad alta voce i musicisti.
Lui era così.
Nella vita professionale era un noto e stimato avvocato penalista che si trasformava quando parlava di musica (era anche appassionato e finissimo conoscitore di musica classica) fino ad apparire stravagante, anche lui personaggio e parte dello spettacolo.
La sua grandezza stava nel manifestare la possibilità di realizzare le cose, qualunque cosa. Del gruppo dei fondatori del Festival Jazz di Atina Vittorio era infatti il sognatore, la mente visionaria che ben 23 anni fa aveva immaginato di poter portare i migliori jazzisti del mondo a suonare in un piccolo centro della provincia di Frosinone. Per questa folle impresa aveva coinvolto un gruppo di amici e, dopo aver contagiato tutti con il suo entusiasmo, era riuscito a realizzare proprio quello che aveva immaginato.
E così è stato.